L’impatto di sovrappeso e obesità sulla postura. Il peso corporeo in eccesso si ripercuote negativamente sull’apparato locomotore ed in particolar modo sui piedi, su cui grava l’intero carico corporeo. Studi scientifici hanno dimostrato che sovrappeso e obesità sono associati ad un aumentato rischio di dolore e problematiche a carico di piedi e caviglie, che a lungo andare possono portare problemi a ginocchia, anche e schiena. L’eccesso ponderale, insomma, gioca un ruolo fondamentale nella comparsa di svariati disordini posturali. La funzionalità del piede può essere influenzata dalla diminuzione della forza muscolare e da conseguenti patologie, come il piede piatto e la comparsa di dolori diffusi in varie zone del piede. Piede piatto Sebbene nei bambini il piede piatto rappresenti una condizione fisiologica, in età adulta è bene prevenire questa condizione cercando di tenere sotto controllo il proprio peso corporeo. Esso può manifestarsi con appiattimento della volta plantare, valgismo del retropiede, pronazione dell’avampiede, dolore e gonfiore. Gonfiore dei piedi Il gonfiore dei piedi può essere dovuto all’inattività fisica, a problemi circolatori e linfatici, all’accumulo di liquidi e ad una dieta ricca di sale. Fascite plantare Il sovraccarico può essere la causa della fascite plantare, ovvero un’infiammazione a carico della fascia plantare che si manifesta con dolore sotto il tallone, specialmente al mattino, talvolta esteso a tutta la pianta del piede. Il 70% dei soggetti che ne soffre è in sovrappeso. Problematiche posturali e osteo-articolari Il sovraccarico corporeo è quasi sempre associato ad una deambulazione alterata e alla presenza di un’accentuata iperlordosi, ovvero l’aumento della fisiologica curva lombare. I pazienti spesso riferiscono dolori ai piedi, alle caviglie, alle ginocchia, alle anche e alla schiena. Tra le varie patologie legate a obesità e sovrappeso possiamo trovare: ernie, discopatie, osteoartriti; fratture da stress; tendiniti; coxartrosi (artrosi dell’anca); gonartrosi (artrosi del ginocchio); aumento del rischio di distorsioni di caviglia. Altre problematiche plantari Il sovrappeso rappresenta un fattore di rischio per la comparsa di onicocriptosi (unghia incarnita) e di ipercheratosi (callosità). Negli adolescenti è frequente anche la manifestazione di bromidrosi (cattivo odore dei piedi). Infine, sovrappeso ed obesità possono essere alla base di altre patologie che si riflettono negativamente sui piedi, quali malattie metaboliche (es. diabete, gotta), malattie cardiovascolari e reumatologiche (es. osteoartrite). Conclusioni Per concludere, è di fondamentale importanza prendersi cura del proprio corpo, seguire una dieta bilanciata, fare attività fisica ed essere seguiti da personale medico e sanitario competente, al fine di salvaguardare anche la salute dei nostri piedi. Dott.ssa Eleonora Mollicone – Podologo
Deficit di vitamina D e obesità
L’obesità è una patologia cronica di tipo multifattoriale determinata dall’accumulo di tessuto adiposo, causato da uno squilibrio tra l’introduzione e il consumo energetico. Analogamente all’obesità, anche il deficit di vitamina D rappresenta un problema di salute pubblica non solo in Italia, ma a livello mondiale. Funzioni della vitamina D La vitamina D è una vitamina liposolubile, ovvero una molecola solubile nei composti lipidici o grassi. Svolge un ruolo chiave nell’assorbimento del calcio da parte dell’intestino, favorendo così la salute delle ossa e mantenendo una buona forza muscolare. La dose giornaliera consigliata varia in base alla fascia d’età, in particolare per soggetti con età superiore ai 70 anni si consiglia una quantità maggiore. Alimenti ricchi di vitamina D Questa vitamina non è essenziale, in quanto il nostro organismo è in grado di sintetizzarla quando ci esponiamo alla luce solare. Esistono, inoltre, numerosi alimenti che ne sono particolarmente ricchi, tra cui l’olio di fegato di merluzzo, le uova, le carni rosse e pesci grassi come salmone e aringhe. Nonostante ciò, il deficit di vitamina D è un problema sempre più diffuso, legato soprattutto allo stile di vita. Il grasso sequestra la vitamina D Nello specifico, le persone in sovrappeso e obesi hanno un’alterata capacità di sintesi, un ridotto assorbimento a livello intestinale e, essendo la vitamina D liposolubile, tendono a sequestrarla nel tessuto adiposo (quindi nel grasso corporeo), rendendola non disponibile per le sue molteplici funzioni. Il possibile ruolo nell’obesità Inoltre, numerosi studi hanno evidenziato un possibile ruolo del deficit di vitamina D nell’insorgenza di obesità, legato alla promozione della deposizione del grasso e all’inibizione dell’utilizzo di depositi. Necessario integrare in caso di carenza In conclusione, il legame tra ipovitaminosi D e obesità risulta molto complesso, per questo motivo il dosaggio periodico di questa vitamina è raccomandato per poter ricorrere alle opportune supplementazioni in caso di carenza.
Il palloncino intragastrico tradizionale
Posizionamento Il palloncino intragastrico è un trattamento temporaneo utilizzato per facilitare la perdita di peso. È un dispositivo che viene inserito a livello dello stomaco per via endoscopica tramite gastroscopia e successivamente riempito di soluzione fisiologica sterile. Durante il posizionamento del palloncino, di solito il paziente è in uno stato di sedazione profonda. Indicazioni Questo trattamento consente di ottenere un calo ponderale medio di circa 15-20kg in 6-12 mesi. Viene proposto a pazienti che hanno necessità di perdere questa quantità di peso oppure come bridge therapy, ossia in pazienti grandi obesi per ottenere un iniziale calo ponderale in previsione di un intervento chirurgico maggiore. Funzionamento Questo dispositivo, occupando parzialmente il volume dello stomaco, permette di raggiungere facilmente il senso di sazietà, anche dopo aver consumato piccoli pasti, influendo quindi sull’alimentazione del paziente. Sarà comunque indispensabile seguire un corretto regime dietetico al fine di ottenere un adeguato calo ponderale. Durata del trattamento e rimozione La durata del trattamento tramite palloncino intragastrico varia dai 6 ai 12 mesi in base alle necessità e condizioni del paziente. La rimozione del palloncino intragastrico sarà effettuata sempre per via endoscopica. Effetti collaterali È possibile che nei giorni successivi al posizionamento si verifichino degli episodi di nausea o vomito, in quanto il palloncino viene riconosciuto come un corpo estraneo dallo stomaco che tenta quindi di eliminarlo. Risulta perciò indispensabile seguire le indicazioni dietetiche sulla composizione dei pasti e sulla masticazione per evitare questi episodi. N.B. Nella foto in alto il Dott. Andrea Formiga è impegnato nella fase finale del posizionamento del palloncino intragastrico, riempito con 600 cc di soluzione fisiologica e una fiala di blu di metilene, infine inserito in una giovane paziente con BMI di 37.
Decalogo per prevenire sovrappeso e obesità
UNO: COME L’ORA DA DEDICARE OGNI GIORNO ALL’ATTIVITA’ FISICA: Muoviti ogni giorno: cammina, vai in bicicletta, fai cyclette…Basta pensare allo sport come ad una fatica perché è un regalo che fai a te stesso: migliorerà il tuo umore, le ossa saranno più forti, ridurrai il rischio cardiovascolare, controllerai con successo il peso corporeo. DUE: COME LE PORZIONI DI FRUTTA DA CONSUMARE OGNI GIORNO. La frutta è lo spuntino ideale da mangiare a metà mattina e durante la merenda nel pomeriggio! Perché? E’ saziante e ti aiuta a non arrivare a pranzo e a cena troppo affamato, apporta vitamine, Sali minerali e fibra! TRE: COME LE COMPONENTI DEL PIATTO SANO. Sei abituato a mangiare solo il primo o il secondo? Sbagliato: ricorda di consumare sempre pasti completi che includano carboidrati (pasta, pane…) proteine (legumi, pesce, uova…) e verdure. QUATTRO: COME LE BOTTIGLIE D’ACQUA DA BERE NELLA GIORNATA, che equivalgono a 2 litri. l’Acqua è l’unica bevanda da assumere! Limita ed evita il più possibile bevande dolci (succo di frutta, cola, aranciata…) e alcolici. CINQUE: COME I GRAMMI DI SALE CONCESSI IN UN GIORNO. Il sale è bene usarlo, ma con moderazione: l’ipertensione arteriosa a seguito di un abbondante salatura dei cibi sta diventando una patologia sempre più diffusa, a partire dalle giovani età. Insegna al tuo bambino a non aggiungere sale agli alimenti che già lo contengono, cosicché possa ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari da adulto. SEI: COME I COLORI DEL BENESSERE. Colora ogni giorno la tua tavola di bianco, arancio, rosso, giallo, verde e viola: ad ognuno di questi colori di frutta e verdura si associano vitamine particolari, preziose alleate per la tua salute! SETTE: COME LE ORE MINIME CHE DOVREBBE DORMIRE UN ADULTO. Un sonno quantitativamente e qualitativamente adeguato è fondamentale per il mantenimento di un ottimale metabolismo glucidico, per l’equilibrio dei meccanismi di regolazione dell’appetito e di un normale profilo pressorio. OTTO X 10=80 COME I grammi di PASTA, RISO, FARRO…I PRIMI PIATTI PORZIONI STANDARD. Misura sempre i primi piatti, è facile farsi confondere! Cerca di dare al tuo organismo la dose necessaria di alimenti, senza eccedere altrimenti se ogni giorno mangerai un po’ di più ti ritroverai con dei chili di troppo! NOVE X 10= 90 COME IL MINIMO DEI MINUTI DA DEDICARE QUOTIDIANAMENTE ALL’ALIMENTAZIONE. 10 minuti per la colazione, 10 per lo spuntino di metà mattina, 10 per la merenda e 30 per ognuno dei due pasti maggiori. Consumare il pasto piano, masticando lentamente. L’organismo inizia a mandarci “messaggi” di sazietà dopo circa 20 minuti, da questo punto in avanti la fame sarà sempre minore e se consumerete uno dei 3 pasti principali in almeno 30-35 minuti, non mangerete troppo e vi alzerete da tavola sazi. DIECI: COME LE RAMPE DI SCALE DA FARE OGNI GIORNO. Perché prendere l’ascensore quando puoi fare un po’ di movimento prendendo le scale? Non è solo utile per ridurre il grasso in eccesso, ma anche per rendere forti i muscoli della parte inferiore del corpo e le articolazioni, inoltre aiuta a migliorare la circolazione del sangue. E’ questione di abitudine!
Dieta e prevenzione delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari costituiscono uno dei problemi più importanti di salute pubblica. Infatti, nonostante i numerosi interventi messi in atto per ridurre al minimo l’impatto di tali malattie, esse rappresentano tutt’ora la principale causa di mortalità in Europa, con oltre 4.3 milioni di morti nel 2005. Il legame con lo stile di vita Le malattie cardiovascolari sono fortemente legate allo stile di vita, in particolare all’uso di tabacco, alle scorrette abitudini alimentari, all’inattività fisica e allo stress psicosociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che più di tre quarti della mortalità causata da tutte le malattie cardiovascolari potrebbe essere prevenuta con adeguati cambiamenti nello stile di vita. Si può affermare che elevati livelli di pressione arteriosa, l’abuso di alcol, l’abitudine del fumo, l’ipercolesterolemia, il ridotto introito di frutta e verdura, la sedentarietà ed infine l’obesità rappresentano i principali fattori modificabili associati al rischio cardiovascolare. La dieta è fondamentale Le abitudini alimentari giocano pertanto un ruolo chiave nella prevenzione. Una dieta equilibrata con un adeguato apporto di fibre (contenute in frutta, verdura, cereali integrali, legumi), con un ridotto apporto di sale (facendo attenzione ad alimenti già salati come salumi e “piatti pronti”), con un ridotto consumo di bevande alcoliche ed un ridotto apporto di grassi animali (burro, formaggi, carni grasse…), associata ad un’attività fisica costante e pianificata, permette un maggior controllo non solo sul peso corporeo, ma anche sulle sue complicanze. Conclusioni In conclusione, un adeguato stile di vita, dato dall’associazione tra corrette abitudini alimentari e attività fisica costante, consente di controllare al meglio alcuni fattori di rischio come pressione arteriosa, colesterolo e glicemia, riducendo notevolmente il rischio associato a malattie cardiovascolari.
Inquadramento dei comportamenti alimentari
Per un paziente bariatrico, le visite pre e post operatorie con il team multidisciplinare sono fondamentali per il raggiungimento ed il mantenimento degli obiettivi preposti. Il primo incontro La finalità del primo incontro è conoscersi. Questo vale sia per il paziente, che incontra per la prima volta gli esperti che lo seguiranno nel suo percorso, che per i membri del team, che dovranno procedere all’inquadramento, ognuno per le proprie competenze. I comportamenti alimentari Sin dalla prima visita, il dietista valuta gli aspetti dietetici e comportamentali del proprio paziente. Inizialmente, è importante analizzare la storia dietetica, che mette in evidenza i precedenti tentativi dietetici e/o chirurgici messi in atto, per evidenziarne le difficoltà. Le abitudini alimentari Successivamente vengono valutate le abitudini alimentari, attraverso un’indagine alimentare che consenta non solo di esaminare tutti i pasti della giornata, ma anche il luogo e le modalità di consumo, la velocità con cui un paziente mangia, la masticazione, la tendenza a fare pasti abbondanti o a spizzicare durante la giornata d in generale il rapporto del paziente con il cibo. Il diario alimentare Per fare ciò, uno strumento dietetico valido è il diario alimentare, che permette al paziente di annotare quotidianamente i cibi e le bevande consumate, l’ora, il luogo, la durata dei pasti, pensieri ed emozioni e senso di fame e sazietà prima e dopo aver mangiato. Il diario viene proposto sia negli incontri pre che post-intervento e risulta molto utile per il paziente, ma anche per il dietista.
Obesità: i numeri in italia e nel mondo
L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, causato nella maggior parte dei casi da un’alimentazione scorretta e da uno stile di vita sedentario. A differenza di ciò che si crede, l’obesità non è una patologia caratteristica dei ricchi; infatti, le fasce di popolazione più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico tendono a curare meno la propria immagine ed il benessere fisico, consumando più carne e cibi ricchi di grassi piuttosto che frutta e verdura. La diagnosi di obesità La diagnosi di obesità viene eseguita utilizzando l’indice di massa corporea (BMI), ottenuto dal rapporto tra il peso espresso in chilogrammi ed il quadrato dell’altezza espresso in metri. Valori di BMI superiori a 25 indicano una condizione di sovrappeso, mentre valori superiori a 30 una condizione di obesità. I dati in Italia Secondo i dati Istat, in Italia nel 2015 il 35,3% della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre il 9,8% è obesa. Perciò, complessivamente, il 45,1% dei soggetti adulti è in una condizione di eccesso ponderale. Esistono inoltre delle differenze geografiche tra Nord e Sud, le quali mostrano una maggiore prevalenza di persone obese e in sovrappeso nelle regioni meridionali, rispetto a quelle settentrionali. I dati a livello mondiale Obesità e sovrappeso sono in aumento non solo nei Paesi sviluppati, ma anche nei Paesi a basso e medio reddito. Per questo motivo vengono riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica. A livello mondiale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il numero di persone obese è raddoppiato a partire dal 1980. Nel 2014 oltre 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso, tra cui più di 600 milioni obesi. Inoltre, anche se la prevalenza dell’obesità nei bambini è inferiore a quella degli adulti, il tasso di crescita dell’obesità infantile in molti paesi è maggiore di quello della popolazione adulta. Nel 2014, circa 41 milioni di bambini sotto i 5 anni erano in sovrappeso e obesi. L’obesità è anche un fattore di rischio L’obesità è una malattia a tutti gli effetti e per di più è considerata un fattore di rischio per determinate patologie croniche, tra cui diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari. L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze giustifica la necessità di intraprendere interventi per contrastarne la diffusione.
Il peso e la salute
La nostra salute dipende dal nostro peso: un peso stabile che rientri nei limiti della norma (BMI tra 18,5 e 24,9) contribuisce a far vivere meglio e più a lungo. L’obesità è ormai un’epidemia Nella società moderna i livelli di sovrappeso e obesità hanno raggiunto livelli allarmanti: l’Oms stimava che nel 2014 l’11% degli uomini e il 15% delle donne erano obesi. In Europa la prevalenza di obesità è triplicata in molti paesi rispetto agli anni ’80 e continua a crescere ad un ritmo preoccupante, soprattutto fra i bambini. E se oggi metà della popolazione europea è in sovrappeso o obesa, le proiezioni dell’OMS per il 2030 danno un quasi raddoppio della prevalenza di obesità che, sommata al sovrappeso, costituirà circa il 70% della popolazione. Il grasso in eccesso fa male Quantità eccessive di grasso corporeo aumentano il rischio di alcune patologie (cardiopatia coronarica, diabete, ipertensione e alcuni tipi di cancro) e più è l’eccesso di peso dovuto al grasso, maggiore è il rischio. La gravità dell’eccesso ponderale si valuta in base al BMI (rapporto kg e altezza in metri al quadrato): se il BMI è tra 25 e 29,9 si è in sovrappeso, sopra i 30 in obesità. Uno stile di vita attivo e una terapia dietetica proposta da seri professionisti rappresentano la cura dell’obesità. Anche l’eccessiva magrezza fa male Altro problema altrettanto grave è quello della magrezza (BMI inferiore ai 18,5). Quando le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte e non si introduce energia sufficiente, il corpo intacca i muscoli e gli organi interni, compromettendo numerose funzioni endocrine e metaboliche: diminuisce la resistenza alle malattie infettive, le ossa si indeboliscono e vengono compromesse alcune facoltà mentali.
La Dumping Syndrome
La dumping syndrome, o sindrome da svuotamento rapido, è una condizione che può instaurarsi nei pazienti sottoposti alla modificazione anatomica dello stomaco, finalizzata alla riduzione del peso corporeo nelle persone obese. Oggi, tra le pratiche chirurgiche per la cura dell’obesità, quella che più comunemente causa dumping syndrome è il bypass gastrico. Nei soggetti con dumping syndrome si verifica un passaggio eccessivamente veloce del bolo dallo stomaco all’intestino tenue, dovuto ad una ridotta capacità contenitiva della sacca gastrica o a pratiche alimentari scorrette (come l’eccessiva assunzione di liquidi durante il pasto), che porta ad alterazioni dei processi digestivi e assorbitivi a livello intestinale. I sintomi della dumping syndrome Questo passaggio così rapido può determinare un’ampia varietà di sintomi, come: nausea, vomito, diarrea e crampi addominali, nei primi 30-60 minuti che seguono l’ingestione di cibo; sudorazione, aumento dell’appetito, debolezza, fatica e senso di svenimento, dopo 1-3 ore dalla conclusione del pasto. Il trattamento della dumping syndrome Il trattamento consiste in un adattamento della dieta a quello che è il nuovo assetto dell’apparato digestivo del paziente. Nel trattamento di questa sindrome è fondamentale l’elaborazione di una dieta che riduca al minimo i disturbi gastrointestinali. Gli zuccheri sono responsabili di scatenare i sintomi associati alla dumping syndrome, quindi, occorre evitare di assumere tutto ciò che è dolce: caramelle, bevande zuccherate, torte, biscotti, eccetera. Nella dieta per dumping syndrome è consigliato di assumere cibi ricchi in vitamine, ferro e calcio. Nllo stomaco vengono assorbiti questi componenti nutrizionali, ma considerando che lo stomaco risulta modificato o assente, vitamine e minerali rischiano di non essere assimilati (talvolta, infatti, vengono prescritti integratori vitaminici e minerali). Alcuni accorgimenti specifici Chi soffre di dumping syndrome è meglio che suddivida la giornata alimentare in 6 pasti, bere solo 30 minuti prima o dopo il pasto, masticare bene ogni boccone e terminare non appena ci si sente sazi e non sdraiarsi subito dopo aver mangiato, per facilitare la digestione.
Obesità: i 5 vantaggi del perdere peso con la chirurgia bariatrica
L’obesità è un fattore di rischio importante per diverse malattie, ma basterebbe pensare a un unico dato, cioè che essere obesi riduce l’aspettativa di vita nell’ordine di dieci anni, peggiorandone la qualità, per capire quanto sia vitale prendere sul serio il problema, in termini di prevenzione, ove possibile, e di riduzione del peso chirurgicamente, cosa che tratteremo in questo articolo. La chirurgia bariatrica Quando l’obesità è raggiunta, cioè non può di fatto più essere prevenuta, la chirurgia bariatrica risulta oggi molto più efficace e rapida nel portare a un calo ponderale significativo e mantenuto nel tempo rispetto alla terapia basata su dieta, attività fisica ed eventuale supporto psicologico. La perdita di peso ottenuta con uno dei diversi interventi di chirurgia bariatrica consente in poco tempo di eliminare le diverse malattie collegate all’obesità o comunque di ridurne i danni. Nella maggior parte dei casi il paziente è così portato ad avere una grande motivazione per iniziare una nuova fase della vita che non lo porti a ricadere in un graduale recupero ponderale. I 5 vantaggi della chirurgia bariatrica 1) Il tessuto adiposo in eccesso crea un sovraccarico generale che può generare diversi disturbi/malattie: insufficienza cardiaca, insufficienza respiratoria, russamento/apnee notturne, gravi artropatie di arti inferiori e colonna vertebrale, insufficienza venosa degli arti inferiori. Tutti queste problematiche scompaiono o comunque si riducono grandemente dopo un intervento di chirurgia bariatrica. 2) L’obesità provoca alterazioni metaboliche causa di diabete mellito di tipo 2, iperinsulinismo, dislipidemia, con conseguente aumento del rischio per malattia cardiovascolare (ipertensione arteriosa, infarto, ictus, embolia polmonare) e per alcuni tipi di tumore, in particolare del colon. Queste alterazioni possono regolarizzarsi o migliorarsi a seguito di una riduzione di peso con chirurgia bariatrica. 3) Il tessuto adiposo in eccesso svolge un’azione ormonale negativa nei confronti in particolare della donna, a livello di infertilità e del rischio di sviluppare tumori alla mammella e all’utero). La chirurgia bariatrica indirettamente agisce anche su questo fronte. 4) L’obesità è molto dannosa per il fegato, che viene “infarcito” di grasso, cosa che provoca la steatosi epatica, foriera nelle forme più gravi di cirrosi o tumori. La chirurgia bariatrica è efficace anche in questo caso. 5) L’obesità crea un grosso disagio sociale, abbassamento di autostima e fiducia in se stessi. Perdere peso rapidamente con la chirurgia bariatrica consente di migliorare la forma corporea, con ricadute positive su tutte le relazioni, sia affettive che professionali.