Il lattosio è uno zucchero contenuto in alimenti quali il latte vaccino, di pecora, di capra e in alimenti derivati come formaggi e burro, ma ci sono anche fonti “nascoste” di lattosio: alimenti industriali (per esempio dolci e margarine), farmaci e dentifrici. Questa intolleranza è determinata dalla carenza di un enzima, la beta-galattosidasi, che consente la digestione del lattosio nell’intestino tenue, scindendolo in glucosio e galattosio. Se la molecola di lattosio non è scissa, viene fermentata nel colon causando distensione addominale, meteorismo e diarrea. La dieta priva di lattosio In questi casi la terapia è una dieta priva di lattosio. Quali alimenti sono consentiti? In commercio si trovano latte e yogurt delattosati e i soggetti intolleranti possono comunque mangiare i formaggi a pasta dura (grana, parmigiano, pecorino stagionato) poiché durante la stagionatura il lattosio viene convertito in acido lattico. Una valida alternativa ai latticini e derivati sono i latti vegetali. E il calcio? L’assunzione di calcio generalmente non è compromessa da una dieta priva di lattosio, considerato che questo importante minerale lo si trova in tantissimi altri alimenti: nei pesci, in modo particolare crostacei, polpo, calamari e acciughe; è presente nei legumi secchi, nella frutta secca (mandorle, noci, nocciole), nella crusca di grano e in alcune verdure a foglia (per esempio negli spinaci). C’è poi un’altra importante fonte di calcio: l’acqua! Un’acqua si definisce calcica quando contiene più di 150 mg/L. Come gestire l’intolleranza al lattosio quando si mangia fuori casa In alcuni contesti può essere difficile convivere con quest’intolleranza: pranzi fuori casa, cene di lavoro, occasioni di convivialità possono rendere difficile la gestione del problema. Proprio per questo esistono integratori di lattasi a base di compresse o gocce da assumere prima dei pasti per digerire il cibo contenente lattosio.