EMERGENZA CORONAVIRUS: servizio visite online L’emergenza nazionale che nelle ultime settimane sta coinvolgendo l’Italia e il mondo intero ha, a suo modo, stravolto le nostre vite. Il nostro lavoro non è in prima linea come quello di colleghi ed amici, ma abbiamo voluto non abbandonare i nostri pazienti e cercare di garantire il nostro operato. Abbiamo dunque istituito un servizio che permetta a nuove persone di effettuare consulenze specialistiche e, per i nostri pazienti, di non perdere o rimandare di troppo le visite di controllo, continuando quindi ed essere seguiti nel tempo, con le stesse attenzioni, ma on-line. Come procedere Abbiamo attivato questo servizio per nuove prime valutazioni e valutazioni di controllo chirurgiche e dietistiche. In particolare sarà possibile eseguire: Prime visite chirurgiche e dietistiche per pazienti che vogliono iniziare un percorso di perdita di peso (posizionamento pallone intragastrico Allurion, pallone intragastrico tradizionale, plicature gastriche endoscopiche, interventi chirurgici) Prime visite dietistiche per piani alimentari personalizzati Visite di controllo chirurgiche Visite di controllo dietistiche Questo permetterà ai nostri pazienti di prepararsi ad eseguire una procedura bariatrica per quando l’emergenza COVID-19 sarà terminata. 1. Contattaci Insieme capiremo le tue necessità e che tipo di valutazione effettuare, fissando data e ora del tuo consulto a distanza. Numero dedicato Compila il modulo 2. Fotografa o scannerizza i tuoi documenti sanitari Se possiedi esami ematici recenti, visite specialistiche ed esami strumentali scatta una fotografia nitida e pulita oppure scannerizzali ed inviaceli sempre attraverso WhatsApp al numero dedicato. Se non possiedi nulla di recente non ti preoccupare, ti daremo noi indicazioni sugli accertamenti da effettuare. 3. Misurati Per le nostre valutazioni è utile conoscere il tuo peso e la tua altezza, per calcolare così il tuo Indice di Massa Corporea (IMC o BMI – Body Mass Index). Peso: pesati al mattino, appena sveglio e quindi a digiuno, indossando biancheria leggera/biancheria intima. Altezza: per la misura casalinga si può utilizzare una parete priva di battiscopa, alla quale applicare un metro ben allineato al pavimento (con lo 0 a livello del pavimento) mentre per la branca mobile si può utilizzare una squadra ad angolo retto. Fatti aiutare da un tuo familiare per una misurazione più precisa possibile! Appunta i tuoi parametri su un foglio e conservalo. 4. Collegati alla piattaform Sei in possesso di data e ora dell’appuntamento. È IMPORTANTE che ti connetta almeno 5/10 minuti prima dell’orario indicato, in modo da verificare che la connessione sia stabile e funzionante e che il sistema abbia accesso a microfono e camera. Ecco il link: https://doxy.me/drandreaformiga (che riceverai anche nella mail di invito). Inserisci sia il tuo nome che il cognome, in questo modo potremo iniziare il tuo consulto online. I dati inviati saranno usati e mantenuti esclusivamente per il consulto medico a distanza. Per maggiori informazioni, per favore, prendete visione della privacy policy completa.
Alzheimer e obesità: mens sana in corpore sano
Alzheimer e obesità: mens sana in corpore sano Fonti di ricerca ci informano che il problema dei soggetti obesi non consiste tanto nell’eccesso di peso in sé, quanto nelle comorbilità ad esso associate. Le più note tra queste sono il diabete mellito di tipo II, complicanze all’apparato cardiovascolare, complicanze all’apparato respiratorio e quello riproduttivo. Purtroppo non è tutto. Studi scientifici hanno confermato che l’eccesso ponderale protratto nel tempo può innescare una serie di processi che portano allo sviluppo del Morbo di Alzheimer. Alzheimer e obesità: gli esperimenti sui topi Per riuscire a dimostrare che vi fosse realmente la tanto sospettata implicazione del peso nello sviluppo di questa patologia, i ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze di Princeton (USA), hanno condotto una serie di esperimenti sui topi. È stata somministrata una dieta ricca di grassi e di zuccheri (in modo da metterli nelle condizioni da sviluppare eccesso ponderale) e, come previsto, si sono sviluppati spiacevoli, ma molto interessanti risvolti. È stato notato infatti che: i topi avevano maggiori difficoltà nello svolgere azioni che richiedevano un uso intenso dell’ippocampo (la parte di cervello che controlla la memoria e la consapevolezza spaziale); si è verificato lo sviluppo di un’attività infiammatoria delle cellule immunitarie primarie nel cervello, ossia le cellule della microglia (che in stato di salute pattugliano il cervello alla ricerca di minacce e problemi); vi è stata una riduzione significativa sia in quantità che in qualità di spine dendriche (fibre che si diramano dalle cellule cerebrali e aiutano a trasmettere segnali elettrici). In un soggetto sano, più queste fibre sono tante e sono spesse, migliori sono le funzioni cerebrali. È chiaro che questi tre punti sommati tra di loro non possano che tradursi in uno stato di sofferenza generale dell’organo cerebrale, con conseguente danno permanente. Perché l’obesità fa male al cervello? I meccanismi biologici tutt’ora non sembrano essere del tutto chiari, ma gli scienziati offrono diverse teorie a riguardo: c’è chi imputa la degenerazione del tessuto cerebrale allo stato infiammatorio delle cellule della microglia, poiché l’infiammazione crescente e perpetrata dal sovrappeso causerebbe maggiore sofferenza al cervello; c’è poi chi afferma che le persone con eccesso ponderale abbiano un più alto rischio di sviluppare diabete e ictus che sono collegati a una maggiore probabilità di incorrere in demenza; infine, l’eccesso di adipe comporta più elevati livelli di sostanze infiammatorie e ormoni in circolazione nel corpo. Alcune di queste sostanze, come ad esempio la leptina (l’ormone che regola l’appetito) o la PCR (la proteina C-reattiva che è uno dei marker infiammatori), potrebbero influenzare le capacità cognitive. Conclusioni Sebbene i meccanismi non siano stati del tutto resi chiari, una cosa è certa: esiste di fatto una predisposizione a sviluppare demenza o malattie neurodegenerative se non si è in condizioni ottimali dal punto di vista del peso e dello stato nutrizionale. Monitorare costantemente il peso corporeo e seguire uno stile di vita sano, dato da un’attenta dieta equilibrata in associazione alla costante attività fisica sono, come sempre, le nostre migliori carte da giocare. Dott.ssa Arianna Bartolo – Dietista
L’alimento del mese: la zucca
L’alimento del mese: la zucca È di un intenso colore arancione, ha un sapore dolce e vellutato ed è l’ortaggio autunnale per eccellenza: parliamo della zucca! Origini e Storia della zucca Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle cucurbitacee che cresce bene con un clima mite, intorno ai 20 gradi. Questo ortaggio è molto esigente: necessita di un terreno ricco e con abbondante potassio, composto che rende la zucca più saporita e dolce. Le origini della coltivazione della zucca sono remote ed incerte. E’ in Messico che abbiamo la testimonianza più antica della presenza di questo ortaggio, dove infatti sono stati ritrovati semi di zucca risalenti al 7000/6000 a. C. Si ritiene che essa arrivò in Europa dall’India e che furono gli Etruschi ed i Fenici ad iniziare a coltivarla in Italia. Nel nostro paese la zucca è coltivata in tutte le regioni, ma è l’Emilia Romagna che ne produce in maggiori quantità. Celebri sono la zucca mantovana e la zucca violina di Ferrara. Nutrienti e proprietà della zucca Come altri alimenti arancioni, la zucca è ricca di betacarotene, un precursore della vitamina A, utile alla salute degli occhi e della pelle. Contiene, inoltre, ottime quantità diferro, calcio e tanta fibra.Ricchissima di acqua, ha poche calorie (appena 18 kcal per 100 g di prodotto). Le si riconoscono proprietà diuretiche, digestive e rinfrescanti, la si consiglia per cena perché aiuta a distendersi prima del sonno. Ruolo del potassio Il potassio è un altro elemento che ritroviamo nella zucca. Nel 2010 l’EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) ha espresso un parere sulle indicazioni salutistiche relative al potassio nella dieta, stabilendo che esiste sufficiente evidenza scientifica secondo cui il potassio alimentare contribuisce al mantenimento di normali livelli di pressione arteriosa. È stato anche riconosciuto il ruolo del potassio nel mantenimento della normale funzionalità muscolare e del sistema nervoso. Ricetta da provare: paccheri con ripieno di zucca e carote Ingredienti per 4 persone: 500 g di zucca, 250 g di carote, 400 g di paccheri (preferibilmente integrali), noce moscata, pochissimo sale, un filo di olio extravergine di oliva. Come prima cosa lavate e pulite la verdura, quindi riducete zucca e carote in piccoli pezzi. È possibile, per un’esecuzione più rapida, acquistare la zucca surgelata già tagliata a cubetti. Lessate zucca e carote in pochissima acqua non salata. Nel frattempo, cuocete i paccheri e scolateli al dente. Fate in modo che perdano l’acqua e separateli bene uno dall’altro. Passate poi le carote e la zucca al passaverdura. Aromatizzate il composto con una spolverata di noce moscata. Con la farcia appena ottenuta riempite delicatamente i paccheri e disponeteli in una pirofila rivestita con carta da forno. Condite la pasta con un filo d’olio EVO e mettete in forno a gratinare per circa 20 minuti a 180 gradi. Dott.ssa Alessandra Freda
Allarme girovita: monitorare e prevenire il grasso viscerale
Quando si parla di obesità centrale, ci si riferisce all’accumulo di grasso sottocutaneo che si concentra a livello dell’addome. Questa differenziazione topografica dell’adipe non serve solo a distinguerlo dagli accumuli di grasso che si stanziano in altre parti del nostro corpo, ma soprattutto perché al grasso viscerale si correla l’insorgenza di ulteriori complicanze. Danni del grasso viscerale Non è una novità, infatti, che ad esso siano associate patologie come Diabete Mellito di tipo II, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, tumori (cancro al seno e cancro colon rettale), morbo di Alzheimer, aterosclerosi, ictus. Per facilitare la comprensione del perché questo grasso crei danno, immaginiamolo come una coperta che avvolge gli organi e contemporaneamente libera sostanze infiammatorie e acidi grassi nel sangue. All’aumentare del grasso, aumenterà la presenza di queste sostanze nell’organismo, che, come è intuibile, a lungo andare creeranno un danno. Misure pratiche per monitorare il grasso viscerale e tutto ciò che vi si correla E’ possibile monitorare il proprio grasso viscerale, e capire se è il caso di porvi un freno, in diversi modi: 1) Misurazione del girovita: basta avere un semplice metro da sarta e collocarlo intorno all’addome nudo, a metà fra l’ombelico e lo sterno, nel punto più sottile della vita. Valori superiori a 94 cmnell’uomo e ad 80 cm nella donnasono indice di obesità viscerale e si associano ad un “rischio moderato”. 2) Rapporto vita-fianchi o WHR (Waist Hip Ratio): si calcola dividendo la circonferenza della vita, rilevata come indicato sopra, per la circonferenza dei fianchi(che si rileva posizionandosi nel punto più largo del bacino).Il WHR dovrebbe essere inferiore a 0,95 per gli uomini e 0,8 nelle donne. 3) Monitorare i parametri ematochimici: gli esami ematochimici, ci danno una prima fotografia di quello che è lo stato di salute del nostro organismo. Valori di glicemia a digiuno emoglobina glicata, colesterolo totale, trigliceridi alterati possono già dare un indizio, il che, se aggiunto ad eventuali famigliarità per le patologie sopra elencate, non possono che far scattare un campanello d’allarme. Prevenire il grasso viscerale Una corretta alimentazione e l’attività fisica sono sempre le prime armi con cui scendere in campo per prevenire ed evitare eccessi di peso e, di conseguenza, la comparsa e l’aumento crescente del grasso viscerale. L’obesità centrale è un nemico silenzioso: non aspettate che faccia rumore. Dott.ssa Alessandra Freda
Oltre la prova costume: i veri motivi per cui perdere peso
Con il termine “ingrassare”, si intende, volgarmente, un aumento di peso causato da uno squilibrio tra introito calorico e dispendio energetico. Tutto ciò che non viene consumato viene immagazzinato sotto forma di piccole gocciole di grasso, dette adipociti. A mano a mano che si accumulano, essi vanno a formare gli antiestetici “rotolini”. Ma oltre alla comparsa dei “rotolini”, cosa succede al nostro organismo quando ingrassiamo eccessivamente? Qual è il danno che l’aumento di peso e di adipe causano al nostro organismo? Artrosi Un peso eccessivo si traduce sempre in un’eccessiva pressione sulle giunture ed in particolar modo sulle ginocchia, sui fianchi e sulla zona lombare della schiena. A poco a poco le cartilagini protettive si assottigliano fino a scomparire, dando come risultato finale il dolore artrosico. Insulino-resistenza e Diabete di tipo II Nei soggetti obesi, gli adipociti si riempiono di grasso, aumentando di volume. Ciò fa secernere citochine infiammatorie che fanno entrare l’organismo in uno stato di infiammazione che nel tempo cronicizzerà. Qui il danno è doppio: l’infiammazione cronica danneggia organi sani e le stesse citochine pro-infiammatorie interferiscono con i recettori per l’insulina, diminuendone la sensibilità. La ridotta sensibilità insulinica verrà percepita come mancanza e l’organismo aumenterà le richieste di insulina, “stressando” le cellule del pancreas deputate alla produzione di quest’ultima. Col tempo ciò si tradurrà in danno cellulare con conseguenze comparsa di diabete di tipo II. Aterosclerosi e malattie cardiovascolari L’obesità è uno dei fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Questo aspetto, associato agli alti livelli di colesterolo riscontrati nei soggetti obesi, non può che aumentarne il rischio. Sostanze come colesterolo e citochine infiammatorie (rilasciate dal tessuto adiposo) sono le responsabili delle placche aterosclerotiche poichè causano un irrigidimento dei vasi, causando così aterosclerosi e rallentando il regolare flusso sanguigno. L’aterosclerosi è la principale attrice di quelle che sono molte delle malattie cardiovascolari come l’angina pectoris, l’infarto del miocardio e l’ictus. Complicanze respiratorie: le apnee notturne Altra condizione che spesso si è riscontrata in soggetti con obesità grave, è la cosiddetta OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), ossia le apnee notturne. Durante questi episodi, la persona smette completamente di respirare seppur per brevi periodi di tempo. Ciò comporta una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue, con rischi di compromissione cerebrale e non solo. Tumori Come abbiamo già visto in precedenza, i soggetti obesi tendono a sviluppare una condizione di insulino-resistenza e, di conseguenza, di iperinsulinemia (il pancreas produce più insulina del necessario). Eccessive quantità di insulina favoriscono la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I (Insulin-like Growth Factor), un vero e proprio fertilizzante per tutte le cellule, ma in particolar modo per le cellule tumorali. Conclusioni Il messaggio, dunque, squilla a gran voce: l’obesità è una problematica non estetica, ma organica. Essa causa danni e complicanze a livello globale e costringe l’organismo a situazioni di stress fuori natura. Condurre uno stile di vita sano, non sedentario con un’alimentazione varia ed equilibrata è la chiave per non cadere in questa condizione drammatica. Giocare d’anticipo è fondamentale, a prescindere dalla prova costume. Dott.ssa Arianna Bartolo
Pancia gonfia e dolori addominali? Diarrea? Potrebbe essere un’intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio è la condizione che si verifica quando l’organismo non riesce a digerire completamente il lattosio, lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati causando sintomi come flatulenza, meteorismo, diarrea, distensione e crampi addominali.