Appetito, gusto e olfatto: come cambiano a seguito della sleeve gastrectomy laparoscopica e della plicatura gastrica endoscopica? Attraverso uno studio si è voluto indagare e confrontare i cambiamenti sensoriali in pazienti sottoposti a queste due procedure di chirurgia bariatrica. La fame diminuisce Le alterazioni dell’appetito sono risultate significativamente più frequenti tra i pazienti trattati con sleeve gastrectomy, i quali più spesso riportavano un senso di fame diminuito. La carne spesso non piace più Anche la percezione di un senso di disgusto verso particolari cibi era più presente a seguito della sleeve, ma, fatto interessante, la carne era l’alimento più spesso citato come disgustoso o stomachevole dai soggetti operati con una delle due tecniche bariatriche. La percezione del dolce cambia in maniera opposta Anche la percezione dei sapori dolce, salato e aspro subisce delle modifiche: questi possono essere avvertiti più o meno intensamente a seguito dell’intervento di chirurgia dell’obesità. Per esempio, aumenta l’intensità della percezione per il dolce a seguito della sleeve gastrectomy e diminuisce l’intensità della percezione del medesimo gusto dopo plicatura gastrica endoscopica. La percezione olfattiva I mutamenti della percezione olfattiva sono, ancora una volta, più rappresentati in seguito a sleeve gastrectomy. Si può concludere che, tra le due procedure bariatriche prese in considerazione, la sleeve gastrectomy sia quella che induca le maggiori alterazioni sensoriali. Tesi di laurea in Dietistica AA 2016/2017 dott.ssa Anna Formenti, dietista
Il candidato all’intervento di chirurgia bariatrica
Chi può sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica? Per decidere se un soggetto obeso è un potenziale candidato ad un intervento chirurgico vengono presi in considerazione diversi parametri da parte dell’equipe multidisciplinare C.I.B.O. operativa presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza. Le attuali indicazioni alla chirurgia bariatrica stilate dalla SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) fanno riferimento alla gravità dell’obesità valutata in base al BMI (Body Mass Index – Indice di Massa Corporea). Quando il BMI indica l’opportunità della chirurgia bariatrica L’intervento ha indicazione se il BMI (rapporto tra peso in kg e altezza in metri al quadrato) è: BMI >40 kg/m2, in assenza di ogni altra comorbilità; BMI >35 kg/m2, in presenza di comorbilità fra quelle classicamente considerate come associate all’obesità, tra cui il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) resistente al trattamento medico, dislipidemia, iperuricemia e gotta, sindrome dell’ovaio policistico, neoplasie, malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, ictus…), apnee ostruttive notturne, steatoepatite, eccetera. L’intervento è ammesso anche se il BMI è compreso tra 30-35 kg/ m2, in presenza di diabete mellito di tipo 2, non controllato dalla terapia medica. Il BMI non è tutto Ovviamente la considerazione del BMI e delle comorbilità associate non sono l’unico elemento di valutazione della candidabilità di un paziente. Dietista, endocrinologo, psicologo e chirurgo sono le principali figure professionali che si occupano di prendere in considerazione tutti i paramentri (metabolici, funzionali e psicologici) per valutare, caso per caso, la possibilità per il paziente di sottoporsi ad un intervento di questo tipo.
CHIRURGIA BARIATRICA: UN PERCORSO DI CAMBIAMENTI
Quando un paziente si sottopone ad un intervento di chirurgia bariatrica (o chirurgia dell’obesità) deve avere ben presente che gli sarà richiesto di modificare alcune abitudini comportamentali ed alimentari. Questo è fondamentale per gestire al meglio il periodo post-operatorio e acquisire la consapevolezza della necessità di adottare uno stile di vita sano. La chirurgia bariatrica non è miracolosa L’intervento di chirurgia bariatrica è una delle componenti che possono condurre alla guarigione dall’obesità, ma non è la soluzione: l’impegno del paziente e il rispetto delle indicazioni dietetiche sono un parte integrante del percorso di guarigione. I 5 momenti della giornata alimentare Un’abitudine che il paziente deve acquisire è strutturare la giornata alimentare in cinque momenti (colazione, pranzo, cena, merenda a metà mattina e a metà pomeriggio), dedicando ad ogni pasto il giusto tempo, ovvero circa 30-40 minuti. Per fare questo è necessario essere consapevole che una buona masticazione, che permetta di triturare ogni boccone, evitando che vengano ingeriti cibi non completamente sminuzzati, è fondamentale. See non si acquisisce questa abitudine, problematiche gastrointestinali come crampi, nausea, vomito, renderebbero estremamente difficoltosa la gestione del periodo post-intervento. Altro cambiamento riguarda l’acqua: solo naturale e lontano dai pasti (30-45 minuti prima o dopo). L’equipe multidisciplinare C.I.B.O., operativa presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, monitorerà attentamente la capacità di mettere in atto i cambiamenti richiesti, consentendo al paziente di gestire al meglio il periodo successivo all’operazione.
Obesità: i 5 vantaggi del perdere peso con la chirurgia bariatrica
L’obesità è un fattore di rischio importante per diverse malattie, ma basterebbe pensare a un unico dato, cioè che essere obesi riduce l’aspettativa di vita nell’ordine di dieci anni, peggiorandone la qualità, per capire quanto sia vitale prendere sul serio il problema, in termini di prevenzione, ove possibile, e di riduzione del peso chirurgicamente, cosa che tratteremo in questo articolo. La chirurgia bariatrica Quando l’obesità è raggiunta, cioè non può di fatto più essere prevenuta, la chirurgia bariatrica risulta oggi molto più efficace e rapida nel portare a un calo ponderale significativo e mantenuto nel tempo rispetto alla terapia basata su dieta, attività fisica ed eventuale supporto psicologico. La perdita di peso ottenuta con uno dei diversi interventi di chirurgia bariatrica consente in poco tempo di eliminare le diverse malattie collegate all’obesità o comunque di ridurne i danni. Nella maggior parte dei casi il paziente è così portato ad avere una grande motivazione per iniziare una nuova fase della vita che non lo porti a ricadere in un graduale recupero ponderale. I 5 vantaggi della chirurgia bariatrica 1) Il tessuto adiposo in eccesso crea un sovraccarico generale che può generare diversi disturbi/malattie: insufficienza cardiaca, insufficienza respiratoria, russamento/apnee notturne, gravi artropatie di arti inferiori e colonna vertebrale, insufficienza venosa degli arti inferiori. Tutti queste problematiche scompaiono o comunque si riducono grandemente dopo un intervento di chirurgia bariatrica. 2) L’obesità provoca alterazioni metaboliche causa di diabete mellito di tipo 2, iperinsulinismo, dislipidemia, con conseguente aumento del rischio per malattia cardiovascolare (ipertensione arteriosa, infarto, ictus, embolia polmonare) e per alcuni tipi di tumore, in particolare del colon. Queste alterazioni possono regolarizzarsi o migliorarsi a seguito di una riduzione di peso con chirurgia bariatrica. 3) Il tessuto adiposo in eccesso svolge un’azione ormonale negativa nei confronti in particolare della donna, a livello di infertilità e del rischio di sviluppare tumori alla mammella e all’utero). La chirurgia bariatrica indirettamente agisce anche su questo fronte. 4) L’obesità è molto dannosa per il fegato, che viene “infarcito” di grasso, cosa che provoca la steatosi epatica, foriera nelle forme più gravi di cirrosi o tumori. La chirurgia bariatrica è efficace anche in questo caso. 5) L’obesità crea un grosso disagio sociale, abbassamento di autostima e fiducia in se stessi. Perdere peso rapidamente con la chirurgia bariatrica consente di migliorare la forma corporea, con ricadute positive su tutte le relazioni, sia affettive che professionali.
Sleeve Gastrectomy
L’intervento che in gergo mantiene l’espressione inglese Sleeve Gastrectomy non è altro che la Gastrectomia verticale parziale o a manica (traduzione di “sleeve”). E’ un intervento di chirurgia bariatrica gastroresettivo che prevede l’asportazione della maggior parte dello stomaco (fino all’85%) e il mantenimento di un mini stomaco che a quel punto necessiterà di un ridotto apporto di cibo, senza alcun bypass dell’intestino o induzione al malassorbimento. La perdita di peso iniziale con la sleeve è rapida e può toccare il 70% del peso in eccesso nei primi 2 anni. Il rovescio della medaglia è che senza un bypass gastrico nulla può impedire che, anche in tempi non lunghi, il soggetto riacquisti il peso perduto inizialmente. Ecco perché, nonostante la maggior parte dei pazienti mantenga la perdita di peso nel tempo, tale intervento necessiti di un accurato follow up. Lo stomaco viene sezionato verticalmente e la procedura non è reversibile. I nervi dello stomaco e il piloro, che consente le comunicazioni tra stomaco e duodeno, restano intatti preservando le funzioni stomacali, mentre ne viene ridotto il volume. Nel Bypass gastrico, al contrario, lo stomaco viene suddiviso, non rimosso e il piloro escluso per cui lo stomaco può essere riconnesso all’occorrenza. La Sleeve Gastrectomy infatti non è un Bypass, ma solo una riduzione dello stomaco. In pratica si elimina la parte di stomaco che produce l’ormone (Grelina) responsabile della sensazione di fame. Il transito nello stomaco ridotto è molto rapido per cui il cibo arriva in fretta all’intestino e il soggetto si sente subito sazio perché viene stimolato l’ormone della sazietà (Leptina). Il meccanismo d’azione non è quindi solamente di restrizione del volume, ma più complesso e su più fronti. E’ una tecnica con diversi rischi e complicanze che vanno analizzati con il medico chirurgo che la rende riservata a casi ben selezionati di obesità molto grave (BMI > 50-60), in cui risulti più difficoltoso procedere altrimenti. In alternativa può talvolta essere utilizzata la “long magenstrasse” che prevede un intervento che esclude, ma conserva gran parte dello stomaco, risultando così reversibile. In alcuni casi la sleeve può essere il primo passo per ridurre l’obesità e poter procedere poi ad esempio un bypass gastrico con minori rischi operatori. Come in tutti i programmi di chirurgia dell’obesità, è imperativo che i pazienti sottoposti a Sleeve Gastrectomy, aderiscano a una dieta stretta nel post-operatorio, liquida per 3-4 settimane dopo l’intervento. Successivamente. È necessario al programma postoperatorio multidisciplinare completo offerto dal Centro C.I.B.O. degli Istituti Clinici Zucchi Di Monza.
OverStitch
Gli interventi di chirurgia bariatrica sono risolutivi contro l’obesità grave, ma in alcuni casi possono fallire a distanza di tempo, perché il paziente non rispetta la dieta prescritta o per caratteristiche costituzionali del tubo digerente del soggetto, che non possono essere indagate né corrette. Il caso più comune è rappresentato dal Bypass gastrico, intervento ormai molto diffuso e senza dubbio efficace nella maggior parte dei casi (si perdono più della metà dei chili in eccesso nei successivi 5-10 anni), che purtroppo però fallisce in quasi 3 casi su 10 (la tasca gastrica aumenta nuovamente di volume, dilata la stomia e il paziente torna a mangiare come prima). Questo è il motivo per cui negli anni si sono cercate valide alternative endoscopiche che riducessero la percentuale di fallimento e comunque venissero in soccorso per intervenire di nuovo in caso di fallimento successivo a bypass gastrico. Rioperare allo stesso modo rappresenta infatti un rischio per le possibili complicanze. Una metodica innovativa già in uso è il sistema OverStitch, che consente l’esecuzione di suture totalmente endoscopiche mediante l’uso di un gastroscopio bicanale. La metodica OverStitch è indicata proprio per il trattamento bariatrico del cosiddetto regain weight (riguadagno di peso) nei fallimenti dei by-pass gastrici. Un’altra indicazione è rappresentata dall’esecuzione di una sleeve gastrectomy totalmente endoscopica, una sorta di plicatura endoscopica gastrica con degenza di una notte e due giorni. Con questa metodica è inoltre possibile trattare delle fistole gastriche e/o coliche in esiti di anastomosi chirurgiche e/o resezioni gastro/intestinali. Si tratta di un dispositivo che viene introdotto attraverso la bocca nello stomaco del paziente e consente di praticare delle vere e proprie cuciture per ripristinare le dimensioni perse, in modo minimamente invasivo. La tecnica è sostanzialmente priva di importanti effetti collaterali, non vi sono cicatrici e i rischi di problematiche post-operatorie sono quasi azzerati. L’intervento è generalmente eseguito in modalità di day-hospital ed il paziente torna alle normali attività nel giro di 48 ore. Infine, l’intervento con OverStitch è decisamente più economico rispetto al tradizionale bypass gastrico. I risultati preliminari e parziali di alcuni studi su pazienti operati con questa nuova metodica sono incoraggianti: a distanza di 3 mesi dall’intervento la perdita di peso raggiunta è stata nell’ordine dei 6-8 Kg. Solo il tempo potrà dare la conferma di essere sulla strada giusta per risolvere molti casi di obesità grave.
Palloncino Intragastrico
Sempre più persone combattono con l’obesità e molto spesso si arriva a un punto tale da non riuscire a venirne fuori con le proprie forze. Servirebbe un aiuto esterno che consenta di ridurre il peso in maniera importante e poter così uscire dal circolo vizioso di diete fallite e continui dimagrimenti seguiti da un nuovo aumento ponderale. Questo aiuto può arrivare dal palloncino intragastrico, un dispositivo che consente di aumentare il senso di sazietà e di conseguenza il desiderio di cibo. Il palloncino intragastrico può essere posizionato in pazienti che abbiano un BMI (indice di massa corporea) superiore a 30, che è il valore a partire dal quale si è considerati obesi moderati (a 35 si è obesi gravi, oltre il 40 gravissimi). Il palloncino intragastrico è un morbido palloncino di silicone riempito con soluzione fisiologica che si inserisce nello stomaco e si tiene per un massimo di minimo 3, massimo 12 mesi, a seconda del tipo di palloncino. Esso riempie parzialmente lo stomaco, procurando appunto una sensazione di sazietà. Con il palloncino intragastrico non soltanto si avverte meno la fame, ma ci si sente sazi più rapidamente dopo piccoli pasti. Avvertendo meno lo stimolo della fame, inoltre, si riescie più facilmente a seguire il regime alimentare che i dietisti elaboreranno e a mantenere il peso ottenuto anche dopo la rimozione del palloncino. Il volume dello stomaco viene ridotto del diametro di 11 cm circa, ma al palloncino intragastrico deve sempre essere abbinata una dieta a lungo termine e una variazione drastica dello stile alimentare. Inoltre, è necessario che un team multidisciplinare segua il paziente lungo tutto il suo percorso per giungere ai migliori risultati possibili. in relazione alla tipologia di palloncino intragastrico, si potrà ottenere un dimagrimento spesso significativo, in media di 15-20kg. Il palloncino intragastrico si dimostra notevolmente più efficace per la perdita di peso rispetto alla sola dieta. Uno studio retrospettivo europeo indica che in media la perdita di peso col palloncino è di 16,7 kg rispetto ai 6,6 kg della sola dieta. E’ molto probabile che nei primi tre giorni successivi al posizionamento del palloncino il paziente possa avvertire crampi, nausea e vomito. E’ molto importante seguire le istruzioni del medico e bere molto. In alcuni casi il medico potrà prescrivere dei farmaci volti ad alleviare questi fastidi .La sensazione successiva sarà quella di “pienezza gastrica” che darà una certa inappetenza e aiuterà a limitare le porzioni. Per i primi 2-3 giorni la dieta sarà liquida, poi si inizieranno a reintrodurre i cibi solidi sotto indicazione medica, senza che una volta raggiunta una situazione di equilibrio vi siano limitazioni assolute nella scelte alimentari. Certo, conterà variare, non esagerare in generale e in particolare con alcuni cibi, seguendo le indicazioni del dietista/nutrizionista specializzato in situazioni del genere. Per tale trattamento esistono controindicazioni assolute e relative. Le assolute sono: dipendenza da alcool o droghe, Ulcera Peptica, Esofagite maggiore del primo grado, Ernia Iatale superiore a 5cm, precedente sanguinamento del tratto gastrico-intestinale superiore, gravidanza, Morbo di Crohn. Le relative sono: neoplasia, disturbi psichiatrici maggiori, precedenti interventi di tipo Gastro-Intestinale, assunzione di anticoagulanti. Tutte queste controindicazioni sono indicative ed è sempre necessario verificare la propria candidabilità con il medico curante. Il palloncino intragastrico è un trattamento che permette di supportare una stile di vita ipocalorico con maggiori risultati dovuti alla sua capacità di diminuire le dimensioni dello stomaco tramite una sfera in silicone che viene inserita nello stomaco con una semplice endoscopia.
Bendaggio Gastrico
Il Bendaggio gastrico regolabile è l’intervento di chirurgia bariatrica più diffuso in Italia. E’ un intervento reversibile effettuato in laparoscopia mini-invasiva che prevede l’inserimento di un anello in silicone nella parte superiore dello stomaco. L’anello crea una sezione di dimensioni ridotte che comunica con il resto dello stomaco mediante un piccolo orifizio: In questo modo, aumenta il tempo di svuotamento gastrico e si favorisce il senso di sazietà. Il diametro dell’orifizio può essere regolato con un apposito serbatoio, collocato nell’addome in posizione sottocutanea, consentendo così l’accesso al chirurgo che, sotto guida radiologica, può allargarlo o stringerlo secondo necessità attraverso l’insufflaggio di una soluzione fisiologica, che consente di controllare la velocità con cui il cibo transita a livello gastrico. Il bendaggio gastrico può far perdere circa il 50% del proprio peso in eccesso, ma la sua efficacia dipende molto dalla compliance del paziente, come per tutti gli interventi di tipo restrittivo, cioè dalla sua condivisione della scelta fatta e dalla partecipazione attiva nel voler ottenere e mantenere i risultati ottenuti con il passare del tempo. Nulla infatti vieterà allo stomaco di allargarsi nuovamente se il paziente tornerà ad alimentarsi in maniera eccessiva. A lungo andare anche la porzione dello stomaco posta al di sopra del bendaggio può allargarsi, inficiando così la funzione gastrorestrittiva dello strumento. Inoltre, la funzionalità dell’intervento sarebbe sminuita o addirittura invalidata se il paziente esagerasse con alimenti liquidi/semiliquidi (gelati o bibite zuccherate). L’obiettivo è che, una volta raggiunto un buon peso forma, il bendaggio possa essere rimosso, con la certezza che il paziente avrà nel frattempo acquisito consapevolezza del suo nuovo aspetto e, soprattutto, sane abitudini alimentari. Il bendaggio gastrico è l’ideale per una persona giovane, che voglia risolvere una situazione di obesità cronica senza intervenire in maniera drastica sulle dimensioni dello stomaco. E’ un intervento in cui non si taglia nulla e assolutamente reversibile. Per le prime quattro settimane sarà necessario seguire una dieta liquida o semiliquida, a base di passati di verdura, purea, yogurt, eccetera. Successivamente si potranno inserire nei menù alimenti come la carne e il pesce, sotto forma di omogeneizzati. Sembrerà di essere tornati bambini e di dover imparare di nuovo ad alimentarsi, ma, a poco a poco che si riprenderà a mangiare normalmente, ci si accorgerà che l’appetito sarà ridotto e saranno sufficienti piccoli pasti leggeri, cosa che farà perdere peso piuttosto rapidamente. Come ampiamente sottolineato, non c’è nulla di magico per cui durante il periodo di bendaggio il paziente dovrà attenersi scrupolosamente alle indicazioni dietologiche del medico, svolgere attività fisica, se fumatore smettere di fumare e modificare lo stile di vita in un’ottica che sia la più salutare possibile.
Bypass Gastrico
Il bypass gastrico è un intervento di chirurgia bariatrica che combina le funzioni restrittive e malassorbitive, che in genere caratterizzano in maniera alternativa gli altri interventi finalizzati a contrastare l’obesità (che appunto restringono lo stomaco oppure riducono la possibilità di assorbimento del cibo). Si tratta dell’intervento in laparoscopia (5 piccoli buchi di accesso) più eseguito negli Stati Uniti perché offre buoni risultati a lungo termine (dati a 15 anni) e risulta efficace anche contro il diabete tipo 2 (mellito) e contro il reflusso gastroesofageo. Tra l’altro, questi ultimi effetti compaiono ben prima che si manifesti il calo ponderale e il tasso di guarigione dal diabete tipo 2 è pari al 75%. Con l’intervento di bypass gastrico (RYGBP) il chirurgo crea una piccola tasca nella normale tasca gastrica e convoglia il flusso degli alimenti solo in quello spazio ridotto, bypassando appunto gran parte dello stomaco, il duodeno e il primo tratto intestinale, che vengono riconnessi direttamente alla tasca “artificiale”. Funziona come un altro intervento di cui tratteremo a parte, la Sleeve Gastrectomy, perché riduce l’appetito donando un rapido senso di sazietà precoce, anche a seguito delle variazioni oromonali e del fatto che, molto semplicemente, il cibo arriva più in fretta nell’intestino. Si tratta però di una procedura più complessa del bendaggio gastrico e della Sleeve Gastrectomy perché può causare carenze di calcio e ferro e una discreta percentuale di fallimenti in soggetti con BMI> 50, quindi con un’obesità molto grave. I pazienti spesso già il giorno successivo all’intervento vorrebbero andare a casa. I pazienti diventano intolleranti ai dolci a causa della rapida presenza di zucchero nel piccolo intestino che porta a sintomi spiacevoli chiamati “dumping” (nausea, vomito, diarrea e crampi addominali, nei primi 30-60 minuti che seguono l’ingestione di cibo). E’ consigliabile quindi evitare dolci e cibi “grassi”. La perdita di peso con il bypass gastrico è significativa: a 12 mesi si attesta tra il 60% e il 70% del peso in eccesso. Inoltre, circa il 50% della perdita di peso è mantenuta a distanza di un decennio. Il team multidisciplinare C.I.B.O. accompagnerà il paziente dal pre-intervento fino al raggiungimento del peso ideale, sostenendolo dal punto di vista medico, psicologico e nutrizionale. Verrà stilato e intrapreso un percorso terapeutico personalizzato, tarato sulle caratteristiche fisice, metaboliche e psicologiche del soggetto, così creare la massima compliance all’intervento e gestire nel miglior modo possibile il post intervento, compresi i conseguenti cambiamenti psicofisici che comporta il perdere peso in maniera eclatante. L’intervento laparoscopico riduce significativamente i tempi di recupero e il dolore post operatorio, consentendo la ripresa dell’attività lavorativa regolare entro un paio di settimane.
EndoBarrier
La terapia EndoBarrier e’ un presidio moderno e di recente applicazione, realizzato per supportare i pazienti nel recupero di un controllo metabolico sul diabete di tipo 2 e garantire al contempo una perdita di peso in caso di obesità grave. Non è un vero intervento chirurgico, ma un trattamento a ponte tra la terapia farmacologica e la chirurgia, dal momento che avviene senza alcuna incisione, ma posizionando il dispositivo con tecnica endoscopica. I benefici sono immediati in termini di riduzione del livello di emoglobina glicata nel sangue e nel corso della permanenza in sede (6-12 mesi al massimo) il calo ponderale può superare il 40% dell’eccesso di peso riscontrato. I dati clinici inoltre confermano un prolungato effetto (anche successivo alla rimozione del dispositivo) nel gestire l’insulino resistenza, cosi come l’impatto sui fattori di rischio cardiovascolari, incluso gli elevati livelli lipidici e di pressione sanguigna. La terapia Endobarrier produce effetti molto simili all’intervento chirurgico di bypass intestinale, ma eliminando i rischi chirurgici dello stesso, appunto perché si tratta di una procedura endoscopica. La procedura, in anestesia generale, dura circa 20-30 minuti, nel corso della quale il dispositivo viene introdotto nel lume duodenale del paziente con l’obiettivo di ridurre l’assorbimento di cibo e modificare la produzione di ormoni pancreatici insulina/glucagone responsabili delle variazioni di concentrazione plasmatica di glucosio. L’Endobarrier è di fatto un tubo impermeabile e flessibile, fissato al bulbo duodenale con alcune ancorette metalliche. Inserito attraverso la bocca del paziente mediante endoscopio sotto controllo radiologico intraoperatorio, una volta giunto nel duodeno, va a creare una barriera tra cibo e la mucosa intestinale, riducendo l’assorbimento del cibo. E’ importante sottolineare che Endobarrier è un ottimo supporto alla perdita di peso ma va accompagnato da una dieta stilata da dietisti professionisti e da un cambiamento nello stile di vita, che senz’altro prevederà un incremento dell’attività fisica. Il paziente viene dimesso dopo 24-48 ore e potrà avvertire un lieve fastidio intestinale destinato a scomparire nell’arco di una giornata. Endobarrier è molto simile al bypass intestinale, ma senza che si tratti di un intervento chirurgico, quindi non cambia l’anatomia dello stomaco ed è reversibile. La rimozione avviene al massimo dopo un anno, ma i dati disponibili dimostrano che la sua efficacia perdura anche successivamente.