Appetito, gusto e olfatto: come cambiano a seguito della sleeve gastrectomy laparoscopica e della plicatura gastrica endoscopica? Attraverso uno studio si è voluto indagare e confrontare i cambiamenti sensoriali in pazienti sottoposti a queste due procedure di chirurgia bariatrica. La fame diminuisce Le alterazioni dell’appetito sono risultate significativamente più frequenti tra i pazienti trattati con sleeve gastrectomy, i quali più spesso riportavano un senso di fame diminuito. La carne spesso non piace più Anche la percezione di un senso di disgusto verso particolari cibi era più presente a seguito della sleeve, ma, fatto interessante, la carne era l’alimento più spesso citato come disgustoso o stomachevole dai soggetti operati con una delle due tecniche bariatriche. La percezione del dolce cambia in maniera opposta Anche la percezione dei sapori dolce, salato e aspro subisce delle modifiche: questi possono essere avvertiti più o meno intensamente a seguito dell’intervento di chirurgia dell’obesità. Per esempio, aumenta l’intensità della percezione per il dolce a seguito della sleeve gastrectomy e diminuisce l’intensità della percezione del medesimo gusto dopo plicatura gastrica endoscopica. La percezione olfattiva I mutamenti della percezione olfattiva sono, ancora una volta, più rappresentati in seguito a sleeve gastrectomy. Si può concludere che, tra le due procedure bariatriche prese in considerazione, la sleeve gastrectomy sia quella che induca le maggiori alterazioni sensoriali. Tesi di laurea in Dietistica AA 2016/2017 dott.ssa Anna Formenti, dietista
L’alimentazione nell’intolleranza al lattosio
Il lattosio è uno zucchero contenuto in alimenti quali il latte vaccino, di pecora, di capra e in alimenti derivati come formaggi e burro, ma ci sono anche fonti “nascoste” di lattosio: alimenti industriali (per esempio dolci e margarine), farmaci e dentifrici. Questa intolleranza è determinata dalla carenza di un enzima, la beta-galattosidasi, che consente la digestione del lattosio nell’intestino tenue, scindendolo in glucosio e galattosio. Se la molecola di lattosio non è scissa, viene fermentata nel colon causando distensione addominale, meteorismo e diarrea. La dieta priva di lattosio In questi casi la terapia è una dieta priva di lattosio. Quali alimenti sono consentiti? In commercio si trovano latte e yogurt delattosati e i soggetti intolleranti possono comunque mangiare i formaggi a pasta dura (grana, parmigiano, pecorino stagionato) poiché durante la stagionatura il lattosio viene convertito in acido lattico. Una valida alternativa ai latticini e derivati sono i latti vegetali. E il calcio? L’assunzione di calcio generalmente non è compromessa da una dieta priva di lattosio, considerato che questo importante minerale lo si trova in tantissimi altri alimenti: nei pesci, in modo particolare crostacei, polpo, calamari e acciughe; è presente nei legumi secchi, nella frutta secca (mandorle, noci, nocciole), nella crusca di grano e in alcune verdure a foglia (per esempio negli spinaci). C’è poi un’altra importante fonte di calcio: l’acqua! Un’acqua si definisce calcica quando contiene più di 150 mg/L. Come gestire l’intolleranza al lattosio quando si mangia fuori casa In alcuni contesti può essere difficile convivere con quest’intolleranza: pranzi fuori casa, cene di lavoro, occasioni di convivialità possono rendere difficile la gestione del problema. Proprio per questo esistono integratori di lattasi a base di compresse o gocce da assumere prima dei pasti per digerire il cibo contenente lattosio.
Le 7 regole per una sana alimentazione
L’alimentazione è un’alleata preziosa della salute: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro sono solo alcune delle patologie a cui si va incontro se le nostre scelte alimentari non sono adeguate. E allora come comportarsi a tavola? Ecco le 7 regole principali: Comporre sempre i pasti in modo equilibrato: ad ogni pasto deve essere presente una porzione di cereali (pane, pasta, riso…), di proteine (carne, pesce, legumi…) e di verdura. Privilegiare sempre gli alimenti di origine vegetale: i legumi sono un ottimo sostituto di carne, pesce, affettati, formaggi e per il loro contenuto proteico. Prediligere l’uso dell’olio extravergine d’oliva rispetto al burro e alle margarine e comunque usarlo a crudo e in quantità moderata. Indirizzare le proprie scelte verso gli alimenti integrali (cereali da colazione integrali, pasta integrale, riso integrale…): la fibra contenuta in essi aiuta a controllare meglio la glicemia, oltre ad apportare più vitamine e sali minerali. Scegliere cotture semplici e evitare di consumare cibi fritti o prefritti (bastoncini di pesce già impanati o cotolette surgelate…). Imparare a insaporire con erbe aromatiche e spezie: un eccessivo consumo di sale è associato ad un aumentato rischio di osteoporosi, cancro allo stomaco e ipertensione Assicurarsi il giusto apporto idrico ogni giorno: bere 1,5-2 L/die (circa 8-10 bicchieri). Per essere in salute ad una dieta sana va unito uno stile di vita attivo: ogni giorno si dovrebbero praticare 30 minuti di attività fisica.
Il peso e la salute
La nostra salute dipende dal nostro peso: un peso stabile che rientri nei limiti della norma (BMI tra 18,5 e 24,9) contribuisce a far vivere meglio e più a lungo. L’obesità è ormai un’epidemia Nella società moderna i livelli di sovrappeso e obesità hanno raggiunto livelli allarmanti: l’Oms stimava che nel 2014 l’11% degli uomini e il 15% delle donne erano obesi. In Europa la prevalenza di obesità è triplicata in molti paesi rispetto agli anni ’80 e continua a crescere ad un ritmo preoccupante, soprattutto fra i bambini. E se oggi metà della popolazione europea è in sovrappeso o obesa, le proiezioni dell’OMS per il 2030 danno un quasi raddoppio della prevalenza di obesità che, sommata al sovrappeso, costituirà circa il 70% della popolazione. Il grasso in eccesso fa male Quantità eccessive di grasso corporeo aumentano il rischio di alcune patologie (cardiopatia coronarica, diabete, ipertensione e alcuni tipi di cancro) e più è l’eccesso di peso dovuto al grasso, maggiore è il rischio. La gravità dell’eccesso ponderale si valuta in base al BMI (rapporto kg e altezza in metri al quadrato): se il BMI è tra 25 e 29,9 si è in sovrappeso, sopra i 30 in obesità. Uno stile di vita attivo e una terapia dietetica proposta da seri professionisti rappresentano la cura dell’obesità. Anche l’eccessiva magrezza fa male Altro problema altrettanto grave è quello della magrezza (BMI inferiore ai 18,5). Quando le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte e non si introduce energia sufficiente, il corpo intacca i muscoli e gli organi interni, compromettendo numerose funzioni endocrine e metaboliche: diminuisce la resistenza alle malattie infettive, le ossa si indeboliscono e vengono compromesse alcune facoltà mentali.